Giuseppe Conte fa il pompiere a Ravenna, dopo l’incendio del voto umbro: “ci valuterete nel 2023”

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Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte in visita a Marina di Ravenna, il giorno dopo la grave sconfitta subita dalla coalizione che lo sostiene in Umbria, ha invitato i partiti della compagine (M5S, PD, LeU e Italia Viva), a riflettere, a migliorare, a rilanciare ma non ad archiviare l’esperienza, anche in previsione delle future elezioni, per esempio in Emilia-Romagna. Da mediatore qual è – una sorta di neo doroteo dell’ultima ora che naviga fra pentastellati e democratici – Conte ha sdrammatizzato il voto in Umbria. Ha detto che si è trattato di un esperimento, che è stato fatto tardi, che c’è stato poco tempo: insomma troppo poco probante per considerarlo un fallimento totale e definitivo.

Giuseppe Conte non ha voluto sminuire il voto umbro e ha fatto gli auguri di buon lavoro a Donatella Tesei nuova Presidente della Regione. Ma ha teso di nuovo a distinguere fra voto regionale e destino nazionale, come aveva fatto anche prima delle elezioni umbre, dando appuntamento a tutti al 2023. In quel momento – ha detto – saremo giudicati per quello che avremo fatto.

Naturalmente dopo il voto umbro molti si chiedono se proprio Conte arriverà al 2023 alla guida di questo o di un altro governo.

Sull’alleanza giallo-rossa ha detto che si è messa al lavoro da appena due mesi e che ci vuole tempo. Ha aggiunto che l’esperienza di governo va rilanciata con più coesione e più convinzione.

Conte lascia ai leader dei vari partiti le rispettive valutazioni. “Si prendano tempo: un esperimento si può anche modificare e ci sono varie competizioni regionali che ci aspettano” ha detto. Incombono altre elezioni regionali, infatti, a partire da quelle dell’Emilia-Romagna. E ora la patata bollente passa nelle mani di Zingaretti e Di Maio.

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Commenti

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  1. Scritto da batti

    una volta un signore nato al inizio del 900,ora passato a miglior vita,mi disse da giovane ero fascista volevo andare a roma al discorso della dichiarazione di guerra,non mi vollero ero troppo giovane,ando alla partenza dei camion in piazza a vedere,e c era tanta gente che come lui voleva spezzare le reni a tutti,poi ando in guerra,tanti amici MORTI, tanti adulti a vedere i giovani a partire,tanti figli morti,QUELLE PERSONE DOPO IL DOLORE IN GRAN PARTE DIVENTARONO BUONISTI, concluse,LA GUERRA ADDOLCISCE I CUORI

  2. Scritto da Mevar

    Giuseppi fa bene a fare il pompiere, ha capito giustamente che con l’anno nuovo dovrá cercarsi un nuovo lavoro? Scandali con vaticano e servizi segreti, fallimenti politici, ambientali ed economici con la prossima riforma economica? Molto meglio fare il pompiere!