Elezioni regionali 2020. Parla Stefano Ravaglia candidato a Ravenna per la lista +Europa, Pri, Psi

Stefano Ravaglia, 61 anni, ravennate, agente commerciale per un’azienda informatica, segretario dell’Unione comunale del Pri a Ravenna, è fra i 4 candidati della provincia di Ravenna nella lista +Europa-Pri-Psi nelle prossime elezioni regionali del 26 gennaio, lista che mette insieme forze laiche, socialiste, liberali e libertarie, riformiste e appoggia la candidatura a Presidente di Stefano Bonaccini. Una lista che, come dice Ravaglia, ha l’ambizione di diventare un progetto politico di più vasto respiro anche in previsione delle elezioni amministrative di Ravenna nel 2021.

L’INTERVISTA

Ravaglia, la lista +Europa-Pri-Psi vuole essere la costola laica, socialista, riformista e liberale della coalizione di centrosinistra e condizionare in questo senso Stefano Bonaccini, con quale peso?

“Intanto voglio dire che per me questa è molto di più di una lista e di un’alleanza elettorale: è un progetto politico, e io ho sperato che i Repubblicani facessero parte di questo progetto fin dalla nascita di +Europa.”

Comunque eravate insieme alle elezioni europee del maggio scorso.

“Sì, abbiamo partecipato a quelle elezioni appoggiando +Europa ed esprimendo allora la candidatura di Eugenio Fusignani. Oggi alle regionali al simbolo di +Europa sono stati aggiunti quello dell’Edera del Pri e quello del Garofano del Psi, perché queste due forze sono a pieno titolo parte di questo progetto. Certamente, per rispondere alla domanda, vogliamo essere la parte riformatrice e laica della coalizione di Bonaccini. E puntiamo a ottenere un buon risultato per poter avere più peso in Regione.”

Voi speravate fosse con voi anche Italia Viva di Matteo Renzi, ma Italia Viva ha scelto di presentarsi nella lista del Presidente Bonaccini.

“Non mi esprimo su Italia Viva, perché lo considero di fatto un partito personale, anche se politicamente esprime posizioni che ricalcano molto quelle riformiste del nostro campo. A me sarebbe piaciuto che al nostro progetto avesse partecipato Federico Pizzarotti, ma anche quelli di Pizzarotti sono entrati nella lista di Bonaccini Presidente. Come Italia Viva e come Azione di Carlo Calenda. Che hanno fatto un patto con Bonaccini con l’intesa che rimanessero fuori i Cinque Stelle, perché questa è una discriminante.”

Anche per voi è così?

“Sì. Anche noi appoggiamo Bonaccini perché della partita non fanno parte i Cinque Stelle.”

Qual è il vostro giudizio sul governo dell’Emilia-Romagna?

“Positivo, senza dubbio. Intanto c’è il modo positivo in cui ha governato il Presidente Bonaccini fino a qui. Gli va riconosciuto. E poi c’è il modo in cui Stefano Bonaccini si pone in queste elezioni. Con una coalizione ampia e inclusiva. Nel rispetto di tutti gli alleati della coalizione. Con personalità di spicco presenti nelle liste. Inoltre, per noi sarebbe intollerabile che l’Emilia-Romagna cadesse nelle mani non solo della Lega ma di una candidata come Lucia Borgonzoni, che ha un profilo politico e culturale basso, assolutamente inadeguato.”

Quali sono i vostri timori?

“Che la Regione Emilia-Romagna cada nelle mani di persone che non sono in grado di governarla: ci farebbero tornare indietro. Ne pagherebbero le conseguenze tutti i cittadini di questa regione.”

Quali sono i temi sui quali vi state impegnando in questa campagna elettorale?

“Noi Repubblicani per storia e tradizione siamo presenti soprattutto in Romagna e, infatti, sia a Ravenna, sia a Forlì e Cesena molti candidati della nostra lista sono espressi dal Pri. A Ravenna tre su quattro. Per questo i temi che portiamo avanti sono quelli cari ai repubblicani romagnoli e al nostro territorio. Prima di tutto parliamo di potenziare le infrastrutture del territorio. Nel momento in cui parte il Progetto Hub Portuale e parte l’escavo dei fondali del Porto di Ravenna se non abbiamo le infrastrutture viarie e ferroviarie adeguate, rischiamo l’effetto collo di bottiglia per le merci che arrivano o debbono partire dal porto.”

Stefano Ravaglia

Passiamo al secondo punto.

“Metterei senz’altro i temi della crescita culturale e dell’offerta formativa. Dopo la battaglia vinta per l’Università a Ravenna ora siamo impegnati nella battaglia per la statizzazione dell’Accademia di Belle Arti e dell’Istituto Verdi, un polo formativo di alto livello che sta nascendo e che potrebbe essere allargato anche a Faenza. Quindi da una parte la specializzazione musicale, dall’altra quelle delle due eccellenze mondiali del nostro territorio: il mosaico e la ceramica.”

Il centrodestra attacca sulla gestione della sanità in Romagna, la definisce deficitaria, soprattutto per quanto riguarda liste di attesa troppo lunghe, risorse e personale troppo carenti. Lei che ne pensa?

“Premesso che la nostra sanità è la migliore d’Italia, e lo dicono gli esperti del settore, credo che il governo della sanità pubblica debba essere ripreso in mano dalla politica, non nei termini deleteri delle nomine e delle poltrone, ma per migliorare laddove si può e si deve migliorare. Di fatto la conferenza socio-sanitaria territoriale, dove ci sono i sindaci eletti dai cittadini, è l’unico organismo dove ci sono rappresentanti eletti: questi debbono contare di più. La politica ci deve mettere la faccia e deve programmare sul territorio in base alle esigenze dei cittadini. La sanità non può essere ostaggio di burocrati nominati e autoreferenziali. Certo, fra le cose da migliorare c’è la questione delle liste di attesa, ci sono le cose che lei citava. Ma si tratta di migliorare in una realtà che è già ottima, non stiamo parlando di una realtà allo sbando. E poi c’è l’ambiente.”

Ecco, su questo punto voi avete proposto di rivedere la faccenda del Parco del Delta. Ci spieghi.

“Sì, dopo la crisi a fine estate nella Valle della Canna, stiamo facendo una battaglia perché sul territorio provinciale ritornino le competenze sulle aree di pregio naturalistico che il Parco del Delta non valorizza abbastanza o non sa curare: su questo punto la Regione qualche colpa ce l’ha. Diciamo che le nostre aree naturali come le pialasse, come le valli di Sant’Alberto o come le Saline di Cervia hanno caratteristiche diverse da quelle più a nord del Delta del Po ed è bene che ce ne occupiamo noi ravennati direttamente, sul territorio.”

Su quali altri temi intendete spendervi?

“Intanto continuare a far crescere l’economia e le opportunità di lavoro. E poi fare politiche che in una società che invecchia evitino lo scatenarsi del conflitto generazionale. Bene per esempio che la Regione Emilia-Romagna abbia tolto per prima il superticket in campo sanitario, su questo poi il governo nazionale è andato a rimorchio. Mi piacerebbe che la Regione incentivasse fra i giovani la previdenza alternativa, perché c’è il rischio che domani i giovani abbiano una copertura pensionistica insufficiente.”

Qual è invece la posizione della vostra lista sull’oil&gas, tema di cui si discute molto in queste elezioni?

“Questo tema è fondamentale e noi su questo non potremmo essere più chiari: bisogna sbloccare gli investimenti nel settore. Tutti hanno delle responsabilità, perché il blocco delle trivelle è stato deciso dal governo M5S – Lega mentre ora con il governo M5S – Pd abbiamo un Partito democratico troppo timido, che non riesce a far cambiare strada al governo e a far ripartire un settore in grave crisi. Purtroppo siamo di fronte a un “gretismo” imperante che non distingue più fra fonti di energia fossili tradizionali come il petrolio e una fonte energetica come il gas naturale, che ha un impatto ambientale del tutto diverso dal petrolio. Sembra che tutto sia nemico dell’ambiente, non è così. Il gas naturale ha un basso impatto ambientale e può rappresentare una risorsa importante nella fase di transizione verso un’economia più verde. A Ravenna poi, nel distretto oil&gas, abbiamo conoscenze e tecnologie all’avanguardia, utili per governare questo passaggio.”

Fratelli d’Italia in campagna elettorale usa lo slogan Dio Patria Famiglia sostenendo che è uno slogan di mazziniana memoria e sbandierandolo in chiave laica, per prendere voti appunto fra i laici. Lei che è repubblicano, laico e mazziniano da sempre, che ne pensa?

“Penso si tratti di una posizione puramente strumentale. Il Dio Patria Famiglia di Fratelli d’Italia è chiaramente di memoria mussoliniana, non c’entra nulla con la memoria mazziniana. Dalla destra e da questa destra qui in particolare siamo proprio molto distanti in termini di valori. Dio Patria Famiglia di Mazzini sono valori universali per tutti gli uomini e le donne, questi usano lo slogan in chiave politica sovranista per chiudere ed escludere, per alzare muri. È una cosa che si commenta da sé.”

Stefano Ravaglia