Elezioni 2020. Parla Andrea Corsini, l’Assessore da 60 milioni di presenze, candidato Pd a Ravenna

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Andrea Corsini, cervese-ravennate, Assessore regionale al Turismo uscente, è candidato della provincia di Ravenna alle elezioni regionali del 26 gennaio per il Pd. È uno dei pezzi pregiati che il Partito democratico ha messo in campo per contrastare la campagna arrembante della Lega e della destra, anche perché può mettere sul piatto risultati lusinghieri del governo regionale, a partire da quel numero – 60 milioni di presenze turistiche – che certo non è tutto farina del suo sacco ma a cui ha contribuito con la riforma del turismo firmata poco meno di tre anni fa. La legge regionale 4 che ha archiviato la lunga stagione delle Unioni di prodotto ha riorganizzato infatti l’offerta con la creazione delle Destinazioni Turistiche (da noi si chiama Visit Romagna e comprende anche Ferrara), ovvero ha rivoluzionato l’industria delle vacanze che in Emilia-Romagna vale quasi il 13% del Pil.

L’INTERVISTA

Corsini, siamo alle battute finali. Domani sabato 18 gennaio lei ha questo appuntamento con il ministro Dario Franceschini in cui parlerete di cultura e turismo. Con quali proposte?

“Insieme al segretario del Pd Barattoni, ho chiesto al ministro Franceschini di venire a Ravenna perché in questi anni, sia con il precedente governo di centrosinistra sia con questo governo, abbiamo collaborato molto con lui sul turismo, per elaborare il Piano strategico nazionale, e con il suo supporto abbiamo portato a Ravenna risultati importanti. Penso, ad esempio, alle risorse per la riqualificazione e la grande copertura della Rocca Brancaleone, che abbiamo ottenuto attraverso un lavoro di squadra insieme al Sindaco di Ravenna. La presenza di Dario Franceschini viene a suggellare i 5 anni di impegno per il turismo che hanno consentito di ottenere risultati molto importanti a livello regionale.”

Poi veniamo ai risultati. Che cosa dirà al ministro su Dante 2021? Cercherà di strappare un impegno più forte del governo?

“Sì. Perché oltre al milione e mezzo di euro che metterà a disposizione la Regione, Dante 2021 è un grande progetto nazionale che riguarda la cultura e il turismo di tutta l’Italia e quindi chiederemo al ministro un impegno più deciso del governo. Lui ha già dichiarato che questo è un progetto di interesse nazionale, appunto, e quindi bisognerà fare anche una grande operazione di marketing a livello nazionale e internazionale attraverso i vettori aerei e ferroviari che dovranno essere brandizzati con l’immagine di Dante e del Settimo Centenario. In ambito locale, c’è la grande novità del Treno di Dante che collegherà Ravenna con Firenze: partirà nella primavera 2020 e si protrarrà fino all’autunno, per poi riprendere in maniera stabile nella primavera del 2021.”

Torniamo al turismo. C’è stata questa polemica fra Borgonzoni, lei e Bonaccini sull’esistenza o meno dell’Assessorato. La Borgonzoni ha precisato che chiedeva un Assessorato al Turismo che funzionasse, quindi in qualche maniera ce l’aveva proprio con lei Corsini, malgrado abbia portato a casa nel 2018 il record dei 60 milioni di presenze turistiche…

“Infatti, la Borgonzoni non ha spiegato perché l’Assessorato non funziona, magari se ce lo spiegava capivamo meglio.”

Le dicevo dei 60 milioni di presenze nel 2018 perché credo nessuna regione italiana abbia fatto meglio. E il 2019 come chiuderà?

“Nel 2019 siamo in linea finora con il 2018. Ad oggi siamo ai dati a tutto il mese di novembre 2019. Fra pochi giorni saranno disponibili anche quelli di dicembre e posso già dire che, siccome il Natale è andato molto bene, quest’anno potremmo anche superare il dato del 2018.”

Quindi sarebbero due anni record di seguito.

“Certo. Ma al di là delle presenze, voglio ricordare i 40 milioni di euro investiti nella riqualificazione degli alberghi, i quasi 35 milioni investiti per la riqualificazione e la sostenibilità ambientale dei lungomari da Cattolica a Comacchio. Queste sono cifre, ma soprattutto sono scelte politiche che dicono una sola cosa: in questa regione c’è una politica turistica che funziona e produce risultati e che va oltre la sola promozione. Poi in campagna elettorale uno può dire ciò che vuole, anche senza tenere conto della realtà.”

Andrea Corsini

A proposito di risultati e realtà fattuale, in questa campagna elettorale la Lega ha ripetuto più volte che se in Emilia-Romagna le cose funzionano non dipende da Bonaccini, dal Pd, da chi ha governato ma dal valore dei cittadini. In Veneto o Lombardia invece… tutto merito della Lega. Che dice lei?

“Dico che è un ragionamento strambo, che non sta in piedi. Meriti e demeriti vanno sempre ripartiti fra chi governa e chi è governato, ovunque, si tratti della Lombardia, dell’Emilia-Romagna o della Campania. Dunque, di che parliamo? Diamo a Bonaccini quel che è di Bonaccini.”

I vostri avversari vi attaccano con una campagna caricata di significati politici nazionali: battere Bonaccini significa mandare a casa il governo Conte. Vogliono prendere due piccioni con una fava: liberarsi del centrosinistra in Emilia-Romagna e del governo giallo-rosso in Italia. Voi invece puntate a tenere distinti i piani e a mettere in rilievo i risultati ottenuti dal vostro governo regionale, mettete in risalto la qualità del candidato Presidente e l’affidabilità degli altri amministratori, cercate di far emergere i programmi per la Regione. Il messaggio di Salvini e della Lega è passato in modo molto forte e chiaro. Crede che il vostro messaggio sia arrivato agli elettori?

“Io penso di sì. È già emerso e lo stiamo comunicando bene. Penso che gli ultimi giorni di campagna elettorale serviranno ancora di più a far passare questo discorso. Aggiungo però una cosa un po’ controcorrente su questa lettura dello scontro, perché è vero che si vota per l’Emilia-Romagna e bisognerebbe confrontarsi sulle persone e sui programmi di governo per l’Emilia-Romagna. Fra l’altro ho visto che anche l’altro giorno la sfidante di Bonaccini si è sfilata da un confronto televisivo su Sky. Io però sono convinto che vincere in Emilia-Romagna – e io sono convinto che vinceremo – può aprire una nuova fase per la sinistra e il centrosinistra anche in Italia. Perché se vinciamo qui arrestiamo una serie di sconfitte che hanno colpito e ferito la sinistra e il Pd in diverse regioni, fermiamo l’ascesa della Lega e possiamo aprire una pagina nuova. Quindi se vince la Lega ci dà una spallata. Ma se vinciamo noi, siamo noi a dare una spallata a Salvini e alla destra e comincia un’altra partita.”

Insomma, la spallata potrebbe ritorcersi contro Salvini.

“Sì. I cittadini che votano possono avere in testa anche questa possibilità: votiamo Bonaccini in Emilia-Romagna per fermare Salvini. Non è fuori luogo. Noi abbiamo fatto una campagna tranquilla, seria, responsabile. Abbiamo guardato gli elettori negli occhi. Non abbiamo nascosto i problemi. Abbiamo presentato i risultati e le proposte per il futuro. Abbiamo un’ottima squadra. Credo che la forza dei fatti prevarrà sulla mera propaganda, sulla demagogia, sulle falsificazioni della realtà, sul vuoto di contenuti che vediamo dall’altra parte.”

Corsini - Sacchi

Fra le proposte per la Romagna, lei in particolare ha parlato di Sanità e di Infrastrutture. Ci spieghi meglio.

“Sanità. Mi lasci dire subito che noi partiamo da livelli molto alti di qualità anche in Romagna, per sgombrare il campo da rappresentazioni di comodo di chi dice che siamo allo sbando. Non è così e chiunque conosca la Sanità in Italia sa bene che noi qui siamo fra le eccellenze. Ci sono cose da migliorare, questo sì. E penso che nella prossima legislatura vada fatto un ragionamento per riequilibrare le risorse destinate alla Sanità fra Emilia e Romagna. La spesa sanitaria pro capite oggi è più alta in Emilia rispetto alla Romagna, ci vuole un nuovo bilanciamento. L’Ausl Romagna che ha un bacino di utenti di 1 milione e 200 mila persone, ha bisogno di strutture ospedaliere potenziate, per esempio a Ravenna, Faenza e Lugo, sia sul piano del personale per ridurre le liste di attesa, sia dal punto di vista strutturale per avere un’organizzazione ancora più efficiente.”

Per quanto riguarda le infrastrutture invece?

“Io dico che è stato un errore abbandonare il progetto strategico della E55: va rimesso al centro dell’impegno della Regione e soprattutto del governo nazionale. Tanto più se pensiamo allo sviluppo del Porto di Ravenna, anche in virtù del bando per il Progetto Hub Portuale Ravenna e del prossimo avvio dei lavori di escavo dei fondali. L’approfondimento dei fondali da solo non basta, occorrono poi tutte le infrastrutture che collegano il porto all’entroterra per fare arrivare le merci a destinazione. Parliamo di strade e ferrovie. La E55 verso il Nord Italia e l’Europa è strategica, deve essere una priorità. Poi penso che in previsione della riapertura dell’aeroporto di Forlì dobbiamo pensare al potenziamento della Ravegnana, come abbiamo scritto nel Prit della Regione 2025. E aggiungo anche le varianti di Fosso Ghiaia, Mezzano e Voltana sulla Statale 16”

Lei ha parlato più volte anche della metropolitana di superficie della costa.

“Sì. Anche questa è una priorità per i prossimi anni, sul modello del sistema ferroviario metropolitano di Bologna e considerando la Costa Adriatica un’unica grande città costiera. Io non penso a un intervento pesante e invasivo, penso piuttosto all’utilizzo delle strutture e del materiale rotabile esistente, magari potenziando il tutto, per creare qualcosa che abbia le caratteristiche di una metropolitana di superficie che consenta collegamenti frequenti, veloci, pratici e che poi a Rimini si innesti al MetroMare già realizzato fra Rimini e Riccione.”

È stata una campagna elettorale lunga e dura. I vostri avversari vi hanno accusato di avere teso a nascondere il simbolo del Pd come se ve ne vergognaste. Poi però il simbolo del Pd è uscito. Domani arriva Zingaretti anche a Ravenna. Sono arrivati ministri e big del partito. Il segretario addirittura ha detto che dopo il voto in Emilia-Romagna il Pd cambia faccia, nel Pd cambierà tutto. Che vuol dire? Che cosa ha capito lei?

“Penso che la riflessione aperta da Zingaretti sia opportuna e giusta. Questa idea, questa riflessione dovrà essere ripresa e messa a punto dopo le elezioni. E siccome sono convinto che il 26 vinceremo, le condizioni in cui faremo questa discussione saranno migliori. Ci sarà in campo anche la forza del Pd della nostra regione che ha vinto e fermato la Lega di Salvini. Per me vuol dire fare un partito rinnovato nel senso di aperto a forze civiche, giovanili, ambientaliste, femminili, non un nuovo partito nel senso di un altro partito. Sarà un partito che cambia cambiando anche la classe dirigente, che non vuol dire rottamare ma aprirsi alla società, dare la possibilità a energie nuove di emergere nel Pd e dare un contributo al cambiamento della società, della politica e del partito. Il Partito democratico rimane il pilastro della coalizione di centrosinistra e progressista in grado di contrastare la destra e di far prevalere un’altra idea dell’Italia in Europa e nel mondo.”

È un messaggio o un assist alle Sardine da una parte e ai ragazzi di Fridays For Future dall’altra?

“Le Sardine sono state un’iniezione di entusiasmo e di fiducia. È un movimento che ha risvegliato molte coscienze che si erano assopite e ritirate in casa, le ha riportate in piazza, ne ha esaltato il protagonismo. Il tema non è secondo me far entrare le Sardine nel Pd, dobbiamo parlarci, questo sì. Ma senza pensare di fagocitarle, perché questo sarebbe sbagliato e penso che sarebbe anche impossibile oltre che inutile. Le Sardine devono fare il loro percorso politico in piena autonomia e fra noi e loro ci deve essere un dialogo, utile a tutti, come stimolo, come crescita, come responsabilità. Dove porterà questo dialogo si vedrà.”

Andrea Corsini

 

 

 

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