Dimissioni di Draghi aprono la campagna elettorale. Volano gli stracci fra Bonaccini (Pd) e Morrone (Lega), il M5S si difende, il PRI attacca

La delusione di Isola. La riflessione di Ranalli. Ancarani (FI) chiede a de Pascale di scaricare il M5S

Era già tutto scritto. Il Presidente del Consiglio Mario Draghi si è dimesso oggi 21 luglio. Un Consiglio dei Ministri nel tardo pomeriggio adotterà un provvedimento che definisce il perimetro per il disbrigo degli affari correnti, secondo quanto si apprende da fonti di governo. Ora la palla della crisi passa al Presidente della Repubblica nelle cui mani Draghi ha rassegnato le dimissioni. “Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha ricevuto questa mattina al Palazzo del Quirinale il Presidente del Consiglio dei Ministri professor Mario Draghi, il quale, dopo aver riferito in merito alla discussione e al voto di ieri presso il Senato ha reiterato le dimissioni sue e del governo da lui presieduto. Il Presidente della Repubblica ne ha preso atto, il governo rimane in carica per il disbrigo degli affari correnti”. Così il Segretario generale della Presidenza della Repubblica Ugo Zampetti. Adesso seguono i riti della democrazia parlamentare che hanno portato alle elezioni anticipate, già fissate per il 25 settembre.

Intanto fra le forze politiche è cominciata la campagna elettorale, con l’inevitabile rimpallo delle responsabilità per questa crisi che molti volevano evitare ma che tanti volevano evidentemente innescare. Poi giudicheranno gli italiani su chi aveva torto e chi ragione. Certamente, c’è da scommetterlo, la campagna elettorale che ci aspetta sarà infuocata e non solo perché si terrà in un clima torrido.

BOTTA E RISPOSTA A MUSO DURO FRA BONACCINI (PD) E MORRONE (LEGA)

Su Facebook il Presidente della Regione Stefano Bonaccini ha dato fuoco alle polveri con questo post: “Ha prevalso l’irresponsabilità nei confronti del Paese. L’errore madornale dei 5Stelle di aprire una crisi al buio ha trovato oggi una risposta ancor più irresponsabile da parte di Lega e Forza Italia: sfiduciare Mario Draghi significa lasciare senza governo il Paese e senza risposte gli italiani. Inascoltati gli appelli del Quirinale, di tanti amministratori locali, dei sindaci, delle rappresentanze economiche e sociali, del Terzo settore e dell’associazionismo. Con l’idea di lucrare qualche voto in più sulla pelle dell’Italia. Ne renderanno conto agli italiani.”

Pronta e dura la replica di Jacopo Morrone segretario della Lega romagnola: “Stefano Bonaccini non è né obiettivo, né onesto intellettualmente. È un tipico esponente del Pd, il partito che scansa sempre le responsabilità del mal fatto scaricandole su altri. Ma la realtà è lì a dargli torto. Mario Draghi ha fatto tutto da solo, forse mal consigliato dai suggeritori del Nazareno tutti presi dagli interessi del partito piuttosto che da quelli degli italiani. Altro che ‘super partes’, Draghi ha dichiarato la propria appartenenza politica sciorinando al Senato un discorso di parte, denso di passaggi politicamente inaccettabili… Questa è stata la scelta irresponsabile, che si presta a più interpretazioni, ma che certamente puntava a dare una mano a Enrico Letta in difficoltà sul progetto del ‘campo largo’. Il Pd ha forzato la mano, il Pd ha creato la situazione caotica solo per le proprie mire, il Pd è stato il regista dell’operazione senza essere capace di gestirla”.

Controreplica secchissima di Bonaccini: “Consiglierei all’Onorevole leghista Jacopo Morrone, tronfio per aver mandato a casa Draghi, invece che occuparsi di me, di riflettere sulle batoste alle recenti elezioni amministrative (tra lo scorso ottobre e maggio) a Ravenna, Rimini, Cesenatico, Cattolica e Riccione, lui regista della Lega in Romagna.”

Replica alla controreplica da parte di Morrone: “Tronfio io? È una gara dura con Stefano Bonaccini che si è tanto compiaciuto della nuova immagine di focoso palestrato creatagli su misura per far dimenticare l’aspetto di grigio travet comunista delle origini (al comunicato Morrone allega con un gesto di dubbio gusto addirittura una foto di Bonaccini in palestra, ndr). Voglio offrire a Bonaccini un suggerimento: la permalosità è cattiva consigliera. Cambiare discorso per non affrontare il vero tema della discussione dà la misura di quanto la mia analisi sia stata giusta e abbia colpito nel segno. Si sa come vanno le elezioni, una volta si perde, una volta si vince: qui il problema non sono le elezioni in alcune località della Romagna… bensì le gravi responsabilità del Pd nella crisi di Governo.”

LE PAROLE DI MASSIMO ISOLA (SINDACO DI FAENZA) E DAVIDE RANALLI (SINDACO DI LUGO)

Su Facebook Massimo Isola Sindaco di Faenza scrive: “Che giornate tristi quelle di ieri e oggi. Le forzate dimissioni del governo Draghi creeranno incertezza e instabilità in un momento cruciale per il nostro Paese, per l’Europa, per cittadini e imprese alle prese con problemi pesanti come inflazione e caro bollette. Mi chiedo davvero che senso ha aver provocato tutto questo, sapendo che si sarebbe votato comunque a primavera prossima. Sono incredulo e amareggiato.”

Prima di lui aveva scritto Davide Ranalli Sindaco di Lugo: “Il Governo Draghi non esiste più. Si apre la via delle elezioni anticipate. Esprimere un giudizio serio e lucido dopo settimane così convulse rischia di essere un esercizio impossibile. Certo è che se, come sembra, si entrerà in una campagna elettorale breve e feroce, non basterà al centrosinistra costruire un campo tenuto insieme con il politicismo, così come non basterà affermare che il PD è una forza responsabile. Serve, da subito, la costruzione di una alternativa alla destra che oggi si è mostrata per quel che è.”

LANZI E CROATTI (M5S): “NOI RESPONSABILI VERSO IL PAESE E I CITTADINI”

Additati dai più come i responsabili dell’apertura della crisi del Governo Draghi i referenti regionali del MoVimento 5 Stelle in Emilia Romagna, Gabriele Lanzi e Marco Croatti, difendono le loro ragioni con una nota: “Sin dall’inizio il MoVimento 5 Stelle ha deciso di sostenere il Governo Draghi con grande sacrificio e responsabilità, accettando di far parte di una maggioranza formata anche da forze politiche ai nostri antipodi. Lo abbiamo fatto seguendo il voto degli iscritti per consentire l’attuazione del PNRR, difendere le nostre misure approvate nella prima metà della legislatura e per puntare sulla transizione ecologica. In questi mesi di governo abbiamo lottato su ogni provvedimento, articolo, comma per difendere le nostre misure dagli attacchi degli altri partiti e del Governo. Non sempre ci siamo riusciti. Quanto è accaduto sul Superbonus è semplicemente vergognoso. Ancor più grave dell’attacco frontale finale che Draghi ci ha riservato in Parlamento addossandoci colpe del suo Governo. Il Superbonus approvato dal Governo Conte è stato decisivo per raggiungere il 6,6% di PIL nel 2021. Tutti sanno che i problemi sono iniziati proprio quando il governo Draghi lo ha depotenziato con continue modifiche peggiorative. Guardando a questi mesi di governo è sempre stato chiaro l’intento di delegittimarci ostacolando l’approvazione delle nostre riforme oppure sabotandole: quanto accaduto con il reddito di cittadinanza, con la riforma della giustizia, con la spesa in armamenti, con il salario minimo, con i sostegni a imprese e famiglie e da ultimo con l’inceneritore di Roma, lo confermano. Da ultimo, sul Decreto Aiuti sono state completamente ignorate le istanze che avevamo manifestato sin da quando il provvedimento è stato licenziato dal Consiglio dei Ministri, dove i nostri Ministri si sono astenuti proprio a causa della norma sull’inceneritore… Tutte le nostre proposte però sono rimaste inascoltate, com’è stata ignorata la nostra richiesta di un cambio di passo del Governo, contenuta nella lettera del Presidente Conte a Draghi. Non abbiamo mai chiesto una poltrona o un rimpasto come hanno fatto gli altri partiti, ma soltanto l’approvazione di misure nell’interesse del Paese, degli ultimi, di chi non ha voce. Come avevamo già detto, non abbiamo mai giurato fedeltà a Draghi, ma al Paese e ai cittadini”.

PRI RAVENNA: MIOPIA DI LEGA E FI CHE HANNO DETTO NO A DRAGHI, PROFONDA PREOCCUPAZIONE SU SORTI DELL’ITALIA

“La soddisfazione per le parole di Draghi sull’energia, il rigassificatore e Ravenna, non attenuano la profonda preoccupazione sulle sorti dell’Italia. Infatti a stupire non è tanto la posizione del M5S quanto la decisione di Lega e soprattutto Forza Italia, di negare i voti al presidente del consiglio Mario Draghi. Una scelta di miopia politica che non solo indebolisce l’Italia nel contesto internazionale, ma ne ostacola la ripresa con un danno all’interesse nazionale che ci precipita in una tempesta perfetta le cui conseguenze ricadranno, purtroppo, sulle spalle già provate di famiglie e imprese.” Così afferma Eugenio Fusignani, della Segreteria Nazionale del PRI quale Responsabile degli Enti Locali.

“Infatti appare chiaro che iericontinua Fusignani sia stata la cosiddetta destra di governo a scrivere la parola fine per il governo Draghi, come le stesse dimissioni da FI rassegnate da Gelmini e Brunetta esprimono con chiarezza. Per questo ritengo che il PRI se da un lato deve chiudere ogni idea di un confronto con questo centrodestra, dall’altro debba proseguire a lavorare per costruire quella “Alleanza per la Repubblica” insieme alle forze di ispirazione laica, democratica, liberale, europeista, cristiano-liberali e del socialismo riformista e, con esse, aprire un confronto serio anche con chi, rompendo con Conte, ha sostenuto la presidenza Draghi, unica risorsa possibile per un governo in grado di tutelare il bene comune ed evitare un voto anticipato irresponsabile e che lascia aperti scenari preoccupanti. Non è pensabile continuare a credere che le ragioni di un suicidio politico risiedano nel termovalorizzatore capitolino poiché le ragioni vere che porteranno l’Italia alle elezioni anticipato, è più facile trovarle nella convergenza di Conte e Salvini sulle posizioni più aspre verso la posizione italiana sulla guerra in Ucraina, nel giudizio su Putin e sul ruolo della Nato.”

Molto apprezzata dal PRI l’affermazione di Draghi in Parlamento su rigassificatore e PNRR: “quando il presidente del Consiglio sottolinea che non è possibile volere la sicurezza energetica degli italiani e poi, allo stesso tempo, protestare contro queste infrastrutture, difende una linea di condotta coraggiosa e concreta che i repubblicani hanno sempre sostenuto – ricordano Nives Raccagni segretaria comunale PRI e Giannantonio Mingozzi della Direzione Nazionale PRI – Accelerare l’installazione dei rigassificatori a partire da Ravenna è un’altra testimonianza di impegno su nuove risorse energetiche, e per questo l’incentivo del presidente della Regione si unisce alla volontà del Comune e delle imprese ravennati unitamente al desiderio di non disperdere domani i fondi del PNRR destinati a Ravenna sulle infrastrutture in particolare”.

ANCARANI (FORZA ITALIA RAVENNA): PURTROPPO DRAGHI NON HA VOLUTO LIBERARSI DEI 5STELLE, LO FACCIA DE PASCALE

Alberto Ancarani di Forza Italia glissa sulle difficoltà interne al suo partito, che dopo la non-fiducia a Draghi ha perso già due Ministri come Renato Brunetta e Maria Stella Gelmini, e butta la palla nel campo avversario: “Spiace che il Presidente Draghi sia caduto nel tranello del PD che ha preteso che non ci fosse un nuovo governo senza i 5 Stelle al solo fine di salvare il cosiddetto campo largo senza rendersi conto che esso era già divenuto un camposanto. Avremmo voluto proseguire l’esperienza con il Presidente Draghi affinché la legislatura avesse un termine ordinato. Purtroppo le mattate grilline e l’incomprensibile resistenza del Presidente Draghi a liberarsene hanno comportato questo esito. Che però, sia chiaro, non è il dramma che ci viene raccontato. L’attuale parlamento non è più rappresentativo della volontà popolare in quanto il gruppo di maggioranza relativa è stato ormai abbandonato dall’elettorato nel paese ed è stato dilaniato dalla scissioni interne. Restituire dunque la parola agli elettori, gesto determinato dal Movimento 5 Stelle, e non certo dal centrodestra che ha solo preso atto dell’impossibilità di continuare a governare con compagni di strada non solo ideologicamente lontanissimi ma ormai inaffidabili anche per i principii minimi di convivenza. Piuttosto andrebbe chiesto a de Pascale perché non prenda atto di quanto dannosa sia la presenza del Movimento 5 Stelle nella sua maggioranza e nella sua giunta. Sui temi strategici come quello energetico l’unanimità del Consiglio comunale è stata infranta solo da quella parte politica. La stessa che ha determinato la caduta del governo Draghi.”