Alberto Ancarani (Forza Italia): fedele a Silvio e leale con Giorgia Meloni. Su Ravenna: l’opposizione deve smettere di farsi portare a spasso da una lista civica massimalista

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Alberto Ancarani, capogruppo in Consiglio comunale e leader di Forza Italia a Ravenna, rimasto scottato dalla mancata candidatura a un seggio parlamentare, è rimasto fedele a Silvio Berlusconi e ha contribuito per la sua parte a un risultato elettorale per certi versi sorprendente (almeno a livello nazionale). Come il suo leader, è scontento di come Giorgia Meloni ha formato il governo, perché Forza Italia è stata troppo penalizzata, sostiene. Ma non farà scherzi. Sarà sempre un uomo di centrodestra e rimarrà leale alla coalizione che guiderà il paese. Su quanto possa durare non si sbilancia. Quanto alle sirene che vorrebbero attirare Forza Italia da un’altra parte, non se parla. Si resta ancorati a Meloni e al governo con Fratelli d’Italia e Lega. Renzi può attendere. Se poi Renzi volesse raggiungere la famiglia moderata e decidesse di appoggiare la Meloni, sarebbe il benvenuto, dice Ancarani, che ha una stoccata feroce sul capitano Salvini: “la Meloni è venti spanne sopra”.

Alberto Ancarani è un politico intelligente e battagliero, che sa leggere la realtà, e ha il dono di parlar chiaro. Così sul centrodestra e sull’opposizione a livello locale, l’orizzonte che vede Alberto Ancarani – reduce dalla durissima polemica dopo la nomina del vice presidente del Consiglio comunale – è tutt’altro che roseo. Almeno finché i partiti non decideranno di mettersi a guidare la barca in vista del 2026 invece di “farsi portare a spasso” da una lista civica, che lui in un recente comunicato ha definito “ululante alla luna”, con una delle sue fantasiose costruzioni.

L’INTERVISTA

Ancarani, qual è il suo giudizio sul Governo Meloni? È un governo politico forte, che può rispondere alle attese degli italiani in una fase così complicata, come è stato annunciato, oppure no?

“È un governo di centrodestra che rappresenta pienamente la sovranità popolare, come previsto dalla costituzione. Io ovviamente avrei preferito che nel governo della coalizione di centrodestra Forza Italia avesse un peso preponderante, ma gli elettori hanno detto un’altra cosa. È un governo che rappresenta maggiormente altre forze politiche, nostre alleate. Aggiungo che Forza Italia è palesemente sotto rappresentata nel governo. La Lega che ha preso praticamente i nostri stessi voti e ha lo stesso numero di ministri, in realtà ha ministeri molto più pesanti di quelli che abbiamo noi e, in più, ha ricevuto anche la presidenza di un ramo del Parlamento. In questo senso Meloni poteva fare di meglio.”

Che cosa pensa invece del discorso di Giorgia Meloni in Parlamento in occasione della fiducia. L’ha convinta su tutta la linea o qualcosa non andava?

“Diciamo che è l’emblema della differenza che passa tra quando si fa campagna elettorale e quando si assume un incarico istituzionale.”

Questo vale per tutti.

“Certo, è un concetto generale valido per tutti. Devo dire, per esempio, che non ho difficoltà ad ammettere che rispetto alla statura istituzionale, che ne so di un Matteo Salvini quando va al governo, Giorgia Meloni ha dimostrato di essere venti spanne sopra.”

La vuole dire proprio così questa cosa?

“Proprio così.”

Lei crede fino in fondo alla conversione europeista di Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia? Oppure pensa che si tratti di una scelta che semplicemente non ha alternative, per cui la Meloni al potere è diversa dalla Meloni all’opposizione, sia del governo che dell’Europa?

“Quello che ha dichiarato sia nell’ultima parte della campagna elettorale sia in Parlamento è vero e condivisibile. È ovvio che dovremmo essere tutti un po’ più consapevoli che non ci sono dei dogmi, cioè si può dire che ci sono tante cose in Europa che non vanno bene, senza che questo voglia significare usciamo dall’Europa. La modalità e i contenuti della critica all’Europa espressa da Giorgia Meloni davanti al Parlamento a me piacciono. Sono le stesse cose che penso anch’io sinceramente. Dopodiché faccio notare che il modo e il luogo in cui ciò è stato detto non prevede più scarti all’indietro. Non si potrà più come in passato minacciare l’uscita dell’Italia dall’Europa, né alimentare il sovranismo degli Stati contro l’Europa: semmai bisognerà far valere di più le nostre ragioni nell’ambito dei trattati. Ma ora bisogna passare dalle parole ai fatti, cioè bisognerà capire qual è la forza e la capacità del governo di centrodestra – che ovviamente io convintamente sostengo – di mettere in pratica nei tavoli europei questa volontà di non essere asserviti come italiani, come è stata storicamente la narrazione dei due partiti sovranisti della coalizione. Insomma, si vedrà sul campo quanto è davvero efficace l’azione del governo rispetto all’Europa.”

Se lei avesse cominciato a fare politica nel Fronte della Gioventù, il movimento giovanile del Movimento Sociale, e volesse fare i conti fino in fondo con l’eredità del fascismo e l’album di famiglia, avrebbe liquidato la faccenda in dieci secondi in Parlamento, come ha fatto Giorgia Meloni?

“È una domanda a cui fatico a rispondere, perché io non ho mai fatto parte di quella storia. Non so cosa rispondere. Comunque, io con chi ha fatto parte di quella storia condivido molte cose. Per esempio condivido ampiamente – come dire – la contestazione circa la funzione di “santino” che è stata costruita sulla resistenza partigiana rossa da parte della sinistra in questo paese. Il fatto è che io mi sento fieramente anticomunista e antifascista. Invece, da un lato ci sono coloro che faticano a definirsi antifascisti a destra, ma sono sicuramente anticomunisti. E ci sono coloro che sono fieramente antifascisti, a sinistra, ma faticano a definirsi anticomunisti. Personalmente sono sempre stato e sarò anti-totalitario e su questo, ovviamente, io avrei motivato di più e meglio la mia contrarietà a ogni totalitarismo, guardando anche al mio album dei ricordi. Devo chiamarlo così. Il fatto è che Alberto Ancarani non ce l’ha un album dei ricordi, con qualche reduce o nostalgico.”

Alberto Ancarani

Mi spiega la manovra di Silvio Berlusconi che ha tentato di mettere i bastoni fra le ruote a Meloni con quel voto su La Russa al Senato? A me è parso più un fallo di frustrazione del maschio alpha spodestato dalla nuova leader donna. Se invece era una mossa politica per alzare il prezzo, era improvvida e si è rivelata del tutto fallimentare.

“Io ho condiviso il principio. Cioè, come ho risposto alla prima domanda, ritengo che in questo governo Forza Italia sia sotto rappresentata. Penso Giorgia Meloni sia stata francamente ingenerosa, aggiungerei anche inspiegabilmente, perché tutto sommato restiamo l’ancora più importante in grado di garantire la sua credibilità in Europa. Detto questo, quella mossa di Berlusconi poteva avere senso se c’era la certezza di ottenere il risultato. Se invece quella mossa è anestetizzata, con altri voti che arrivano in soccorso, ovviamente non andava fatta.”

Chi sono stati i donatori di voti, Renzi e i senatori a vita, come ha scritto Berlusconi nel famoso foglietto?

“Sono arrivati da una parte del cosiddetto terzo polo che poi è il quarto, direi Renzi sì, Calenda no. Persino da qualche ex grillino risulta, e da qualcuno del PD, due o tre mi dicono.”

Molti osservatori sostengono che il centrodestra a trazione Meloni durerà a lungo, che ci sarà una trasformazione di Fratelli d’Italia da partito nazional-sovranista a moderno partito conservatore di tipo europeo. Lei ci crede?

“Tutto quello che diventa più moderno e si avvicina alle famiglie politiche presenti nei paesi europei, non posso che auspicarlo. Dopodiché siamo stati abituati a una rapidità di movimenti politici tali in questi ultimi dieci anni in Italia, che faccio veramente fatica a fare una previsione su questo argomento. Parliamoci chiaro, molti hanno votato Giorgia Meloni perché la consideravano l’unica che finora non aveva avuto il pallino del potere in mano e quindi hanno voluto scommettere su di lei. La domanda è: dopo sei mesi, un anno, due anni di governo Meloni, coloro che l’hanno votata per metterla alla prova, continueranno a riconoscerle il consenso che ha in questo momento? Io le auguro e mi auguro di sì, però come ho detto prima l’abitudine che abbiamo avuto negli ultimi anni di bruciare premier e governi dovrebbe farci essere almeno prudenti su questo punto.”

Come prevede i rapporti fra l’ala più moderata ed europeista, incarnata da Forza Italia, e l’ala più radicale di destra nel governo di Giorgia Meloni?

“Secondo me i rapporti finiranno con il trovare un punto di equilibrio, ma non sarà l’Europa il problema principale. Condividere responsabilità di governo renderà anche le posizioni più anti-europeiste molto più realiste. Ci sarà sicuramente una dialettica, anche forte, ma alla fine si troverà un punto di incontro. Il problema sarà di natura economica. Se la congiuntura economica generale dovesse fortemente peggiorare e il governo dovesse prendere misure di un certo tipo, bisogna vedere se riuscirà a tenere. Ecco, non è detto che i problemi veri siano sul fronte del rapporto con l’Europa. Penso piuttosto saranno sul fronte economico interno.”

Alberto Ancarani

Che ne sarà di Forza Italia e quando Berlusconi deciderà di passare la mano?

“Forza Italia è un partito che io ho già definito monarchico e non ho nessuna difficoltà a definire addirittura padronale. Il problema non si pone perché ritengo che se e quando lui dovesse decidere di lasciare potrebbe non esistere più il partito, e lo dico con grande realismo. Se lui invece dovesse fare una scelta diversa, cioè quella di continuare a farlo esistere affidando Forza Italia a qualcuno, perché ne porti avanti la storia e l’esistenza, ovviamente valuterò chi sia quel qualcuno. Perché io voglio essere molto chiaro: resto un uomo di centrodestra. Io sono sempre stato contrario a quella parte di Forza Italia che non era mai troppo distante dalle posizioni del PD.”

Allora le faccio un’altra domanda: se la situazione politica portasse a un forte avvicinamento fra un Renzi e Forza Italia, a questo punto lei che farebbe?

“Se è Renzi che viene verso Forza Italia e fa il governo con la Meloni, allora io ci sto. Se è Forza Italia che va da Renzi per fare il governo col PD, allora non ci sto. Perché è sempre qui il tema. Io ho spiegato a tanti amici a cui tremava la manina per votare terzo polo poi diventato quarto: guardate che voi non state votando Draghi o Renzi e Calenda che vi stanno simpatici, voi state dicendo che rivolete al governo il PD, perché quelli fanno il governo con il PD. Da lì vengono. Poi che molti del PD o qualcuno di sinistra li ritenga di destra è un altro discorso. Per me vengono da sinistra. Non sono della mia famiglia politica. Ma se vengono in Forza Italia e ingrandiscono il mio partito nell’ambito del centrodestra sono i benvenuti.”

Che cosa pensa delle opposizioni a Ravenna, dopo il voto del 25 settembre e le ultime vicende che vi hanno visti divisi gli uni contro gli altri in Consiglio comunale?

“Bella domanda. Intanto oggi pare che festeggiamo un anno dal primo Consiglio comunale del secondo mandato di de Pascale, e se devo dare un voto a com’è andato fin qui questo primo anno in tema di armonia, capacità di incidere e vittorie dell’opposizione do un 6 meno meno. Il voto riguarda tutti, me compreso. Anche nell’opposizione a Ravenna purtroppo c’è una corrente massimalista e una corrente che potrei definire riformista. C’è una parte che ogni volta che c’è da votare su qualunque argomento parte sempre per votare contro e alzare la voce e contestare gratuitamente. E c’è una parte invece che cerca di analizzare i problemi e di porsi la seguente domanda: se io fossi al governo della città, questa cosa la farei o non la farei? Ecco, quelli che si pongono questa domanda, secondo me hanno un futuro di potenziali amministratori di questa città. Quelli che non se la pongono, tanto l’importante è alzare la voce, secondo me sono la garanzia migliore affinché il centrosinistra vinca a vita e anche tra 4 anni e mezzo.”

Sulla vice presidenza ha vinto l’area massimalista dunque?

“In quel caso sì direi. Ma l’altro ieri abbiamo votato su Ca’ Ponticelle, che per brevità chiamo inceneritore di rifiuti speciali, e la maggioranza dell’opposizione si è espressa con un’astensione. La gran parte dell’apposizione era partita con l’intenzione di votare contro, poi abbiamo ragionato e ci siamo posti quella domanda. Ma se fosse arrivata Eni e avesse chiesto a te che fare, tu cosa avresti risposto? Diciamo che abbiamo portato alcuni colleghi a ragionare e ad esprimere un’astensione, da opposizione responsabile. Ma questa dicotomia interna all’opposizione, anziché essere risolta una volta per tutte, si ripropone sempre e deve essere sempre ricomposta all’ultimo minuto con conciliaboli, con tentativi di dialogo dell’ultima ora, eccetera. Perché quando ci si mette a un tavolo finisce sempre per prevalere chi alza di più la voce: diciamo che io mi sono tolto da un tavolo nel quale prevale sempre chi alza di più la voce.”

Nell’opposizione a Ravenna esiste un problema da alcuni anni. Da quando esiste una lista civica, che sostiene di rappresentare l’unica vera opposizione al PD e alla sinistra, è invalsa l’abitudine di accusare di intelligenza con il nemico chi non è d’accordo con quella lista e con la sua opposizione urlata. In questo modo si divide l’opposizione e, di conseguenza, si fa proprio il gioco del PD e della sinistra. Leggasi l’esito delle ultime due elezioni comunali. Questo a me pare molto chiaro. Secondo lei perché, per esempio, Fratelli d’Italia, che ha ricevuto un mandato elettorale così chiaro, si è prestato a questo gioco nel caso della vice presidenza del Consiglio comunale, sostanzialmente accusando uno come lei di fare finta opposizione?

“Non ho una risposta. Anzi, questa è la stessa identica domanda che ho posto a chi rappresenta Fratelli d’Italia in Consiglio comunale. Loro però negano che questa lettura, e io sono d’accordo con quella che ha dato lei, sia corretta.”

Quando deciderete come partiti di opposizione di ritornare al primato della politica dei partiti rispetto alla politica delle liste civiche, che coltivano il loro piccolo orto? Lo dico a beneficio delle future elezioni amministrative.

“Questo è esattamente il nocciolo di quello che io ho chiesto a Fratelli d’Italia. L’opposizione può essere unita comprendendo anche le liste civiche. Ma se l’unità dell’opposizione si raggiunge solo quando a “tirare” è la lista civica, allora vuol dire che la politica e i partiti si stanno facendo portare a spasso. Loro dovrebbero guidare e il compito principale spetta al primo partito di opposizione in Consiglio comunale. Se non lo fa, l’unica risposta che mi do da solo è che evidentemente c’è un problema di inesperienza. Non ho altra spiegazione.”

Insomma c’è molto da lavorare per l’opposizione, per il 2026 dico.

“Esattamente. Anche perché vorrei fare notare che sbaglia chi pensa che dopo il voto del 25 settembre il centrodestra unito possa vincere nel 2026 le elezioni comunali come è successo alle politiche. Elezioni comunali e politiche non sono la stessa cosa. Inoltre, il collegio uninominale alla Camera di Ravenna non l’ha perso il centrosinistra, l’ha perso Ouidad Bakkali, e bisognerebbe aggiungere che glielo ha fatto perdere probabilmente Chiara Francesconi. Al Senato, se il collegio fosse stato lo stesso, avrebbe vinto Manuela Rontini. Bisognerebbe guardare al risultato elettorale con una lente un po’ più precisa. La consiliatura è ancora lunga e dobbiamo darci da fare se vogliamo contrastare il Pd nel 2026 con buone carte.”

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Commenti

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  1. Scritto da Castruccio

    A me sembra lui che si fa portare a spasso dal Pd.