Michele de Pascale ha presentato le 10 proposte su salute e sanità a Ravenna: “sarà il mio programma di riforma per i prossimi 5 anni”

Dopo avere portato le sue dieci proposte in giro per tutta la regione, ieri pomeriggio 16 settembre, il candidato del centrosinistra alla presidenza della Regione Emilia-Romagna Michele de Pascale ha presentato il documento Creare salute: insieme per una sanità pubblica equa e solidale, a Ravenna, in una sala rossa del Pala De André molto affollata.

Michele de Pascale ha deciso di mettere al centro la sanità pubblica partendo dal ruolo fondamentale della Regione, perché, ha detto in apertura “la Regione spende l’80% del suo budget nei servizi sanitari e socio-sanitari e quindi io voglio dedicare l’80% del mio impegno a migliorare il sistema”.

Si tratta di dieci proposte concrete che per de Pascale hanno lo scopo “di promuovere la salute e la sanità pubblica e universalistica e di migliorare il sistema sanitario regionale e l’accesso alle cure, partendo dal presupposto fondamentale che la salute delle persone rappresenta la prima ricchezza, per loro stesse e per le comunità di cui sono parte. Welfare e sanità pubblica, che concorrono entrambi a promuovere e a preservare la salute, sono l’immagine e lo specchio dei valori di equità e solidarietà, che devono continuare ad animare lo sviluppo della comunità regionale, perché le persone malate non sono veramente libere e il “bene salute” è un diritto tutelato dalla nostra Costituzione.”

de Pascale

L’obiettivo che de Pascale si era posto quando il 5 agosto ha lanciato il suo manifesto in 10 punti era quello di sviluppare un dibattito intorno alle sue proposte con il coinvolgimento di medici, infermieri, operatori sanitari, singoli cittadini e associazioni di pazienti dell’intero territorio, per raccogliere, accrescere e diffondere il sapere del sistema sanitario emiliano-romagnolo. E secondo il candidato l’obiettivo è stato pienamente raggiunto, perché durante gli incontri sono arrivati tanti spunti e contributi e anche più di cento proposte scritte, che saranno ora elaborate dall’apposito gruppo di lavoro di Michele de Pascale per la stesura finale del documento in 10 punti. “Quello definitivo sarà diverso da quello iniziale – ha detto ieri al Pala De André – e sarà la base del mio programma di riforma della sanità per i prossimi cinque anni.”

Michele de Pascale ha precisato, infatti, che “in ambito sanitario dobbiamo mettere in atto una stagione di grande rinnovamento perché l’Emilia-Romagna non sia solo la regione dove è garantito universalmente a tutti e tutte l’accesso alle cure, ma alle migliori cure possibili. Il nostro Servizio Sanitario Regionale ha prodotto risultati importanti, ma è sempre più evidente la difficoltà a far fronte alla domanda espressa dai cittadini. È vero che siamo ai vertici nazionali, ma serve a poco essere ai vertici di un sistema che collassa. Per gli emiliani e i romagnoli non è accettabile. Perciò non guardiamoci allo specchio, ma guardiamo la realtà per quello che è. E senza confondere le Rsa – che fra l’altro si chiamano Cra – con i lager. Attenti a come si usano le parole.” Alla frecciata che riguarda la polemica politica di questi giorni è scattato l’applauso.

Al Servizio Sanitario Nazionale e alle Regioni mancano i fondi per far funzionare il sistema. Allora, dice de Pascale, “è il momento di fare una grande battaglia politica nazionale sul finanziamento del Sistema Sanitario Nazionale, che per essere credibile deve partire da una lucida autocritica, perché anche in passato c’è stato il sottofinanziamento della sanità, non è cominciato con Meloni.” Michele de Pascale ha ricordato prima i tagli di Draghi e poi quelli ancora maggiori di Meloni: “adesso si viaggia verso il 6% del Pil, questo governo ha messo la sanità all’ultimo posto”.

Dopo la critica alle scelte nazionali, Michele de Pascale ha poi spiegato cosa intende fare lui, anche con le scarse risorse attuali, per riformare la sanità in Emilia-Romagna, mettendo al primo posto la prevenzione e la battaglia culturale per stili di vita corretti (lotta all’obesità, al tabagismo, all’alcolismo, alla sedentarietà, alla solitudine, alla cattiva qualità dell’aria, promozione di sport e screening corretti e tempestivi). “Occorre un vero e proprio cambio di paradigma, bisogna promuovere la salute prima ancora che curare, perché le persone meno sono istruite e consapevoli, più sono povere, più si ammalano”. E naturalmente più aumentano i costi in sanità.

Michele de Pascale vuole un Assessorato alla Sanità regionale più forte, in grado di rendere più omogenee le prestazioni in tutta la regione, e intende “abbattere il muro che oggi esiste fra ospedale e territorio”, uscendo dalla diatriba sui medici di medicina generale dipendenti del SSN o in libera professione, ma chiedendo loro di “fare un passo avanti” per mettere in rete, integrare e riorganizzare tutta la medicina territoriale: dai medici di medicina generale alle medicine di gruppo, dalle Case della Salute ai CAU alle Unità di Continuità Assistenziale. Considerando che “gli specialisti dell’emergenza urgenza devono stare nei Pronto Soccorso dove sono più utili a salvare vite umane.”

Poi gli ultimi due punti: una rete provinciale e regionale di ospedali per prestazioni ad alta complessità, che devono puntare all’eccellenza, ma con specializzazioni diverse fra ospedali (non ci può essere tutto, ovunque) e infine un forte investimento sul capitale umano e sulla formazione anche in rapporto con l’Università.

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