Nevio Ronconi: ecco perché confermiamo l’edizione 2020 di GiovinBacco, noi facciamo le cose in sicurezza

Dopo un’estate trascorsa in allegria, fra tanta voglia di vivere e qualche amnesia, con il corollario di alcune follie collettive di troppo, è arrivato l’autunno e con le prime foglie sono cadute anche le certezze. Quelle di poter evitare la seconda ondata della pandemia. Cosicché è cominciata a dilagare la paura. Si sono prese le prime misure di contenimento. Insomma, un film già visto. Almeno per i titoli di testa. Ma la trama non è ancora tutta scritta e il film resta in gran parte da girare. Dipende molto da quello che facciamo noi in queste settimane. Per questo il paese è diviso fra chi vorrebbe continuare a vivere come se niente fosse e chi vorrebbe già imporre il coprifuoco, prima del tempo. In mezzo, tutti gli altri. Come gli organizzatori di GiovinBacco a Ravenna che hanno deciso di confermare la manifestazione trasformandola e adattandola alle nuove disposizione anti-Covid contenute nel Dpcm del 18 ottobre. Una scelta coraggiosa, forse temeraria, a giudicare dalle critiche. Ma Nevio Ronconi, Presidente Tuttifrutti, e principale organizzatore della manifestazione, tiene il punto, rassicura e risponde alle critiche “perché la diffusione del contagio non è mai colpa di chi rispetta le regole, ma di chi non le rispetta” dice, e aggiunge che GiovinBacco “è come un grande baule che contiene tante cose” e quest’anno “prima di metterlo via lo abbiamo aperto e abbiamo preso solo quello che si poteva fare per essere in regola con tutte le norme di sicurezza”. 

L’INTERVISTA

Signor Ronconi, sui social e anche al nostro giornale sono arrivate un sacco di critiche contro la vostra decisione di confermare GiovinBacco anche nel 2020. Ma chi ve l’ha fatto fare? Non era meglio passare la mano quest’anno?

“No, non era meglio. Perché la diffusione del contagio non è mai colpa di chi rispetta le regole, ma di chi non le rispetta. È vero che ci sono tante critiche, ma ci sono anche molti attestati di stima sui social, anzi sono di più. Comprendiamo le preoccupazioni di chi critica, in ogni caso. Però noi dobbiamo imparare a convivere con questa situazione di emergenza sanitaria. E lo possiamo fare solo rispettando le regole. Perché se uno è responsabile e adotta le misure di precauzione necessarie, può vivere bene anche se circola il Coronavirus. Per questo non abbiamo voluto saltare questa edizione: proprio per dare un segnale. Si può vivere, continuare a divertirsi, con il vino e con il cibo, in sicurezza e con serenità. Senza per forza chiuderci in casa e rinunciare a cose importanti della nostra vita.”

La gente in realtà è spaventata e confusa. 

“È comprensibile, ma di fronte a questi fenomeni servono persone che si prendano anche delle responsabilità. Noi ce le siamo prese: organizzare un evento in totale sicurezza. Una cosa che a dirla così sembra da matti. Ma secondo me non lo è. Chiedo alle persone di non giudicare senza leggere, capire, vedere cosa succede. Meglio giudicare dopo, a cose fatte. E non bisogna arrendersi alla paura o farsi prendere dal panico. Non bisogna chiudersi in casa prima del tempo.”

Il vostro è quindi anche un messaggio di resistenza e di resilienza, di adattamento alla nuova situazione?

“Sì, certo. Non possiamo permetterci un nuovo lockdown. Dobbiamo sapere uscire di casa e vivere nel modo giusto. Non siamo negazionisti. Il virus esiste ed è pericoloso. Ma vogliamo e dobbiamo vivere. Allora, così come usciamo di casa con le mutande la mattina, dobbiamo uscire indossando la mascherina. Come ci laviamo la faccia o facciamo la doccia, dobbiamo lavarci spesso le mani e igienizzarle. Come stiamo distanti dall’auto che ci precede quando siamo fermi al semaforo, dobbiamo stare distanti quanto basta quando siamo fra la gente. Anche degustando il vino. Se facciamo questo il rischio è minimo. Dobbiamo essere corretti nei comportamenti, per la nostra salute e per quella degli altri.”

Ma proprio per tutto questo, non potevate evitare di fare GiovinBacco quest’anno?

“Sono tre mesi che stiamo lavorando a GiovinBacco e non pensiamo sia giusto cancellare con un tratto di penna un’esperienza come questa che dura da 18 anni. Una manifestazione che ha dato tanto al nostro vino, alle cantine di Romagna, alla nostra ristorazione, a Ravenna. Ma non siamo irresponsabili. Adotteremo tutte le misure di sicurezza necessarie. Siamo abituati a fare le cose per bene. Lo abbiamo già fatto a Cervia con Sapore di Sale e lo vogliamo fare anche a Ravenna con GiovinBacco. Ci siamo confrontati con il Sindaco, il Prefetto, abbiamo adottato tutte le misure richieste dal nuovo Dpcm del 18 ottobre. Certo, potevamo anche non fare nulla, sarebbe stato più semplice. Avremmo certamente ricevuto meno critiche, per non dire altro. Ma solo facendo e facendo bene si può vivere. Se no si chiude tutto. Se no c’è il coprifuoco. Non credo che sia questo ciò che la maggior parte delle persone chiede o si augura.”

Che misure adotterete per essere in regola con tutte le norme di sicurezza?

“Intanto abbiamo cancellato tutti gli eventi in piazza. Quindi nessuna occasione di assembramento. Per la ristorazione invitiamo il pubblico a fare un bel tour nei 36 ristoranti che hanno aderito a ‘Il Piatto GiovinBacco’, continuando così la nostra fondamentale collaborazione con gli imprenditori del settore. Voglio ricordare che quest’anno l’edizione di GiovinBacco è diversa, ma una delle cose che ci ha sempre caratterizzato di più e che continua è la collaborazione con centinaia di imprese di Ravenna e della Romagna: viticoltori, agricoltori, artigiani, commercianti, ristoratori. Gli altri anni avevamo oltre 200 aziende che collaboravano con noi. È un mondo che noi abbiamo sempre cercato di sostenere e che nei limiti del possibile cerchiamo di sostenere anche quest’anno.”

Quindi nei ristoranti la sicurezza sarà assicurata dagli stessi ristoratori?

“Esattamente, come è accaduto in tutti questi mesi dopo la riapertura. E mi sembra con ottimi risultati. Per esempio anche con la Festa del Cappelletto e con il cappelletto tour che abbiamo organizzato noi per conto di Confesercenti e Confcommercio.”

Per la degustazione del vino invece?

“Le cantine sono ospitate in 4 palazzi e luoghi diversi: a Palazzo Rasponi, alla Biblioteca Classense, al Mercato Coperto e al Palazzo dei Congressi. L’ingresso è su prenotazione, con posti limitati nei vari palazzi, regolati ora per ora. Alle persone che entrano sarà misurata la temperatura. Dovranno avere la mascherina. Ci saranno gli igienizzatori e tavoli per degustare il vino. Si vigilerà nelle varie sedi che il distanziamento sia rispettato. Quindi niente a che vedere con le degustazioni degli altri anni. Quest’anno sarà una cosa molto più tranquilla e molto molto slow. Più che mai in linea con la filosofia di Slow Food.”

La vendita del vino a scopo benefico si farà?

“Sì, è confermata. Il banco gestito dal Lions Club Ravenna Bisanzio, che ringrazio ancora una volta per la preziosa collaborazione, sarà all’interno del Mercato Coperto di Ravenna che gentilmente ci ospita: è un grande contenitore che in questi mesi ha dimostrato di essere sempre disponibile alla collaborazione con questo genere di eventi.”

Sarà una festa del vino un po’ meno festa?

“No, perché già uscire di casa per un evento così in questi giorni è un po’ come far festa. Sarà una mostra enologica con degustazioni. Intanto, voglio dire che malgrado la situazione, la risposta delle cantine è stata forte: c’è voglia di esserci comunque. Un segnale importante. Ma confermare la manifestazione, anche se così rimodulata, significa consentire di capitalizzare comunque – in termini di comunicazione, ma non solo – anche in una stagione difficile come questa tutto il lavoro che abbiamo fatto e che altri con noi stanno facendo per valorizzare il nostro vino e la nostra gastronomia, che sono così importanti per il marketing territoriale e per l’offerta turistica della Romagna. Non a caso quest’anno per la prima volta abbiamo ricevuto il patrocinio oltre che del Comune, della Regione, dell’APT dell’Emilia-Romagna anche di Visit Romagna e dell’Enoteca Regionale di Dozza.”

Ma in definitiva, trasformare GiovinBacco in una mostra del vino non è una sorta di espediente per aggirare l’ostacolo del Dpcm del 18 ottobre che vieta feste e sagre?

“No, non è un espediente, è adesione alla realtà. Nel senso che GiovinBacco è come un grande baule che contiene tante cose: la mostra del vino, la ristorazione, gli incontri, i laboratori, Madra, le degustazioni, il divertimento in piazza, la movida, le tante collaborazioni. Questo baule lo abbiamo messo in soffitta per le prossime edizioni, ma prima di metterlo via lo abbiamo aperto e abbiamo preso dal baule solo quello che si poteva fare nel 2020 per essere in regola con le norme di sicurezza. Quindi la mostra del vino con degustazioni per un pubblico limitato e regolato, la vendita del vino a scopo benefico e il tour gastronomico nei ristoranti. È lo stilnovo che abbiamo dichiarato fin dall’inizio, proprio perché siamo stati sempre consapevoli dell’eccezionalità del 2020.”