FEM NEWS – LA FINESTRA FEMMINISTA / Stazioni e zone limitrofe: la selva oscura di città misogine. Telecamere e uomini per proteggere pendolari e viaggiatrici?

La scorsa settimana mentre si dirigeva alla stazione centrale di Milano una donna è stata ripetutamente picchiata e violentata da un uomo che è poi stato arrestato. Nelle ore e nei giorni successivi si susseguono notizie di altre violenze, molestie, abusi, perpetrate da uomini ai danni di donne sui treni, in stazione e nelle zone limitrofe. Spuntano rapporti che dicono che 9 donne su 10 non si sentano sicure sulle banchine e nei vagoni, 1 su 4 qui ha subito molestie.

Ci sono donne che raccontano di scegliere gli orari dei loro spostamenti in relazione alla percezione della sicurezza a discapito del costo.  Madri che implorano le figlie commesse nei negozi della stazione di licenziarsi. Codici di comportamenti da adottare nella speranza di uscire indenni da un passaggio in stazione: mai prendere ascensori, mai andare in bagno, mai usare le uscite laterali, dopo le 23 correre. Anche le donne indiane hanno il medesimo problema e i loro codici di comportamento prevedono di indossare tacchi a spillo, portare sempre con sé ombrello e spille da balia. Insomma per le donne servirsi dei mezzi pubblici di trasporto sembra essere un incubo, una gara ad ostacoli, una gimcana, un far west, comunque un spazio pubblico in cui le donne non sono previste e se lo sono, lo sono solo in quanto prede.

Il sindaco di Milano Giuseppe Sala ha dichiarato: si deve aumentare ancora di più la presenza di uomini, di telecamere. È un lavoro che non finirà mai, però noi non abbiamo abbandonato l’idea di un pieno recupero della sicurezza in Stazione Centrale. Da quanto mi dice il prefetto servirebbero un centinaio di uomini.

Telecamere e centinaia di uomini. L’unica e la sola ricetta, valida per ogni situazione, che sentiamo ripetere ormai da decenni. Un modello che non ha portato ad alcun risultato e che sarebbe ora di abbandonare a favore di soluzioni più complesse, più innovative e più creative. Le telecamere hanno ripreso tutto compreso i numerosissimi e disperati tentativi della donna di chiedere aiuto ed è grazie alle telecamere che l’uomo è stato poi arrestato. Però poi a porre fine a quella notte di violenze, che intanto si sono consumate e le cui ferite rimarranno per sempre a segnare la vita di quella donna, non sono state le telecamere ma due persone che hanno dato l’allarme e chiamato i soccorsi.

Centinaia di uomini che però, lo sappiamo bene, non possono comunque essere su ogni vagone, pensilina, treno, in ogni angolo di strada, in ogni dove. Ecco. In ogni dove è il punto. Lo dicono i dati del Viminale che il Sindaco Sala dovrebbe conoscere meglio di Nolite. Il Dipartimento di pubblica sicurezza del Viminale dice che a Milano le denunce per violenza sessuale sono in aumento del 21% rispetto al 2021 e del 38% rispetto al 2020. Letizia Mannella, procuratrice aggiunta del dipartimento specializzato in reati sulle fasce deboli commenta quel +38% di abusi sulle donne: “Da donna e magistrato percepisco un aumento generalizzato dell’aggressività dopo la pandemia. Gli uomini scaricano la loro violenza sulle donne, che sono più in pericolo”.

E se questa è la situazione di Milano non ci sono però elementi per pensare che non sia così anche nelle altre città del Paese. Dunque no, la sicurezza non può essere la sola e unica soluzione all’antichissima questione dei rapporti di potere tra donne e uomini. Le stazioni devono essere aperte anche di notte, le città illuminate, i mezzi pubblici funzionanti H24, operatori, gestori, lavoratori dei locali e del personale del trasporto pubblico devono essere formati su molestie e violenze sulle donne, i servizi devono lavorare in rete tra di loro, le persone in difficoltà che vagabondano per stazioni e città prese in carico e in cura.

In India stanno provando a migliorare la situazione assumendo donne autiste, macchiniste, bigliettaie, controllore, nelle forze dell’ordine. Una massiccia entrata delle donne nel mondo del lavoro in modo che i luoghi e gli spazi siano occupati dalle donne e dai loro corpi. Chissà… potrebbe essere un’idea e comunque è tanto necessario quanto urgente attuare un piano di azioni e di politiche reali e concrete per cui si possa andare a prendere un treno senza pensare di non dover affrontare uno spazio pieno di insidie, senza pensare di dover compiere un’impresa.

Fem News di Nolite

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