FEM NEWS – LA FINESTRA FEMMINISTA / Il trionfo dello stereotipo nella narrazione tossica del femminicidio e nella vita quotidiana. Saluto di Nolite a lettori e lettrici

Con questa ultima fem news Nolite vuole salutare lettrici e lettori, ringraziare la testata che ha gentilmente ospitato per due anni ogni settimana le finestre femministe. Si chiude una finestra ma non per sempre, perchè bisogna sempre aprire le finestre per fare entrare aria fresca. 

Ogni settimana Nolite ha cercato spifferi di aria pungente con l’intento di portare un contributo a decostruire il pensiero dominante patriarcale, coloniale, razzista, sessista e omofobo in cui viviamo tutte e tutti. Gli stereotipi di genere sono duri a morire, sono alimentati in continuazione da narrazioni tossiche, politiche istituzionali ed educative insufficienti, sottovalutazione, disattenzione e superficialità. Nolite ha provato a scuotere la pigrizia mentale diffusa e a guardare oltre con occhiali di genere. Non sa se ci è riuscita, spera di avere almeno stimolato discussione e confronto. Di sicuro ci ha provato.

Guardare oltre. Oltre a cosa? Oltre alla facile polemica, alla ricerca del “mostro” o del “malato” su cui scaricare le colpe della violenza maschile, alla retorica delle donne come vittime o eroine di una disperata resistenza, alla pornografia del dolore come abbiamo visto in questi giorni nel caso del femminicidio di Giulia Tramontano. L’Italia si ritrova a piangere l’ennesima vittima di femminicidio (47 dall’inizio del 2023), ma la narrazione mediatica ignora il fenomeno sistemico della violenza maschile e si tuffa sul singolo caso con una dovizia maniacale di particolari e stereotipi. Uno dei più contestati è la frase utilizzata da La Stampa (poi cancellata) il 1 giugno 2023: “Al Paese serve un’opera di educazione profonda: dobbiamo insegnare alle ragazze a salvarsi”. In altre parole non è l’uomo che uccide a dover essere educato, ma la donna vittima a dover imparare a difendersi. 

Nolite ancora una volta rovescia il messaggio: le donne vogliono vivere libere, non protette; gli uomini devono disertare il patriarcato e costruire un patto nuovo di civiltà fra uomini e donne, alcuni hanno cominciato a guardare oltre e hanno aperto la strada. Sono ancora troppo pochi. 

Guardare oltre per noi significa soprattutto andare alle radici del problema, una pratica purtroppo desueta in Italia e altrove; è più facile scaricare la responsabilità su individui isolati o con patologie, ma non è più possibile ignorare che la violenza maschile è parte integrante di una cultura di dominio, di gerarchie fra uomini e donne che ha radici profonde nella storia e nella società.

Considerare la violenza manifesta, il femminicidio e lo stupro, come un fenomeno estremo è un modo facile per lasciare in ombra i modelli culturali che strutturano ruoli e comportamenti di uomini e donne, e che raramente vengono chiamati in causa e analizzati.  Si tende ancora a voler trovare una giustificazione, un’attenuante al gesto dell’uomo. 

Manca ancora una vera condanna sociale della violenza, a partire da quella che si costruisce nella quotidianità. Come ci insegna il femminismo, il primo passo per un vero cambiamento è riconoscere il problema, affrontarlo, nominarlo, partire da sè per cambiare se stessie e il mondo. È più facile scaricare la responsabilità su individui isolati o con patologie, ma non è più possibile ignorare che la violenza maschile è parte integrante di una cultura di dominio, di gerarchie fra uomini e donne che ha radici profonde nella storia e nella società.

Considerare la violenza manifesta, il femminicidio e lo stupro, come un fenomeno estremo è un modo facile per lasciare in ombra i modelli culturali che strutturano ruoli e comportamenti di uomini e donne, e che raramente vengono chiamati in causa e analizzati. 

Si tende ancora a voler trovare una giustificazione, un’attenuante al gesto dell’uomo. Manca ancora una vera condanna sociale della violenza, a partire da quella che si costruisce nella quotidianità. Come ci insegna il femminismo, il primo passo per un vero cambiamento è riconoscere il problema, affrontarlo, nominarlo, partire da sé, per cambiare se stessie e il mondo.

Dalla parte di Giulia, Pierpaola, Martina; dalla parte delle donne che lottano, accudiscono, lavorano, vivono e muoiono in un mondo costruito a misura d’uomo, FemNews chiude i battenti per l’estate, congeda il collettivo Nolite e si prepara a una nuova stagione, perché l’urgenza di autodeterminarsi e di trovare il proprio posto nel mondo nel nome della sorellanza è ben lontano dal realizzarsi.