Oltre 1 mln di euro per scuole materne e nidi di Ravenna. La Regione: “Alziamo ancora l’asticella della qualità”

L’obiettivo è quello di sostenere e migliorare il sistema socio-educativo regionale per i bambini nella fascia di età 0-6 anni, che in Emilia-Romagna accoglie oltre 83 mila bambini. Una rete fondamentale di aiuto alle famiglie, che la Regione intende qualificare alzando ancora l’asticella della qualità. Per questo, con due distinti provvedimenti la Giunta ha stanziato complessivamente quasi 12 milioni di euro per i servizi per la prima infanzia e le scuole d’infanzia comunali e paritarie su tutto il territorio.

Per quanto riguarda le attività finanziate, si va dalla gestione delle strutture, sulla base degli standard qualitativi e di sicurezza fissati, al funzionamento dei coordinamenti pedagogici territoriali, fino alla formazione degli operatori dei servizi educativi rivolti ai bambini più piccoli, da zero a tre anni, che comprendono i nidi d’infanzia e i servizi integrativi al nido (spazio bambini; centri per bambini e famiglie; servizi domiciliari e servizi sperimentali).

Si aggiunge la qualificazione delle scuole materne comunali e accreditate, per i bambini nella fascia 3-6 anni, su cui la Regione ha competenza nell’ambito del diritto allo studio.

Sul totale dei fondi stanziati dalla Regione la maggioranza, 7 milioni e 250 mila euro, vanno direttamente a Comuni e Unioni di Comuni per i 1.225 servizi educativi comunali sulla base del numero di bambini iscritti, che nell’ultimo anno educativo 2017-2018 furono in totale 28.436; i restanti 4,7 milioni sono destinati alle 823 scuole per l’infanzia paritarie, anch’essi ripartiti in riferimento al numero dei bimbi iscritti (55.048), alle Province e alla Citta Metropolitana di Bologna.

“I bambini e le loro famiglie – sottolinea il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, cui fa capo la delega al Sociale – sono al centro delle politiche di welfare di questa Regione. Abbiamo appena stanziato oltre 18 milioni di euro destinandoli ai Comuni affinché da subito, a settembre, possano abbattere o azzerare le rette dei nidi per le famiglie con un Isee fino a 26mila euro, misura che farà risparmiare loro in media 1.000 euro a figlio, sollevandole da un impegno economico che spesso è davvero pesante da sostenere”.

“Per questo – aggiunge – abbiamo già previsto anche il sostegno per pagare l’affitto alle famiglie in difficoltà, provvedimento che attueremo sempre assieme ai Comuni. E adesso mettiamo loro a disposizione ciò che serve per gestire i nidi e le strutture per l’infanzia, avendo come unico scopo il miglioramento della qualità dei servizi, dell’offerta educativa e della preparazione degli operatori, che passa per la formazione continua”.

“I servizi rivolti all’infanzia e ai più piccoli rappresentano in Emilia-Romagna un sistema inclusivo – conclude Bonaccini -, che ci permette di avere qui il più alto tasso di occupazione femminile nel Paese- conclude Bonaccini-. Ma i nuclei familiari, i genitori vanno aiutati nella conciliazione dei tempi di vita di fronte a esigenze che cambiamo sempre più velocemente. Per questo continueremo a confrontarci costantemente con i sindaci, le parti sociali, i gestori, gli educatori, le reti di genitori e tutti coloro che hanno cuore i bambini. Cioè, in una parola, il nostro futuro”.

“I servizi educativi per la prima infanzia sono un supporto indispensabile alle famiglie nel difficile bilanciamento dei tempi di vita e lavoro – commenta la consigliera regionale Manuela Rontini – oltre a rappresentare un’opportunità di crescita importante per i bimbi da zero a tre anni. Eppure il loro costo, pari in media a diverse centinaia di euro ogni mese, scoraggia molti genitori. Per questo l’Emilia-Romagna ha varato l’iniziativa Al Nido con la Regione, per dare nuove opportunità di accesso alle esperienze di educazione e cura abbattendo le rette o tariffe di frequenza che, in certi casi, potranno persino azzerarsi”.

I Comuni o le Unioni di Comuni dovranno fare richiesta dei fondi alla Regione entro il 16 settembre 2019. Le risorse assegnabili agli enti locali variano a seconda del numero di bambini iscritti, con maggiorazioni per i territori montani o la presenza di bambini disabili.

“Nel territorio della provincia di Ravenna arriveranno oltre 1,6 milioni di euro – continua la consigliera Rontini – per l’abbattimento delle rette di frequenza di 2560 bambini. Di questi, 819 sono iscritti a privati convenzionati, 54 frequentano in territori montani e 24 hanno disabilità. A Ravenna, 990 bambini iscritti, andranno oltre 620mila euro; Cervia con 80 bambini avrà quasi quasi 49mila euro; Russi con 125 bambini, oltre 76mila euro; all’Unione comunale della Bassa Romagna, 836 bambini, quasi 518mila euro; all’Unione della Romagna Faentina, 529 bambini, quasi 341mila euro”.

Le risorse dovranno essere utilizzate esclusivamente per abbattere le rette o tariffe dei servizi educativi per la prima infanzia, applicandole per l’anno educativo in partenza a settembre alle famiglie con Isee inferiore a 26mila euro.

Gli enti locali dovranno poi relazionare alla Regione, entro la fine di aprile 2020, sullo stato di attuazione di questa misura sperimentale, segnalando la differenza tra le tariffe applicate nell’anno educativo 2019/2020 e quelle dell’anno precedente.

“Grazie a una disponibilità di circa 60 milioni di euro che derivano da maggiori entrate e minori spese da un lato e dalla rimodulazione di alcune misure di sostegno del reddito dall’altro, le famiglie del territorio regionale avranno importanti benefici, soprattutto quelle che non hanno una elevata disponibilità economica. Infatti – aggiunge il consigliere regionale Pd Gianni Bessi, relatore di maggioranza della manovra di assestamento – abbiamo potuto destinare 18,2 milioni di euro all’abbattimento delle rette nido: per le fasce con reddito Isee più basse, addirittura riusciamo ad azzerarle. Un aiuto concreto e reale a chi lavora e ha esigenze di cura per la propria famiglia, un provvedimento di cui essere orgogliosi”.

“Di fianco a questo è significativo sottolineare come un provvedimento della Giunta regionale di oggi – informa anche Bessi – abbia appena messo a disposizione altri 12,5 milioni di euro per qualificare ulteriormente i servizi 0-6. Nella provincia di Ravenna sono così in arrivo 638.675 euro per i servizi educativi rivolti ai bimbi fino a 3 anni, e 439.997 euro per quelli della materna”.

Le risorse per i servizi educativi

A livello territoriale, le risorse finalizzate alla gestione e al consolidamento dei servizi per l’infanzia presenti in Emilia-Romagna saranno così suddivise: nella provincia di Bologna (2.062.727 euro); Modena (1.176.066); Reggio Emilia (1.012.424); Parma (742.366); Ravenna (638.675); Forlì-Cesena (539.549); Ferrara (432.184); Rimini (355.282); Piacenza (290.721 euro).

Le risorse per le scuole materne

Per il sostegno e la qualificazione delle scuole dell’infanzia parificate emiliano-romagnole, a livello locale le risorse saranno suddivise in questo modo: Città Metropolitana di Bologna (889.503 euro); Modena (802.759); Reggio Emilia (729.438); Parma (493.570); Ravenna (439.997); Forlì-Cesena (364.325); Ferrara (395.554); Rimini (320.206); Piacenza (264.644 euro).

 

Commenti

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  1. Scritto da PAOLO79A

    Sarebbe bello che le materne ed i nidi sedi di centro estivo CREM o CREN siano dotate di impianto di climatizzazione, per lo meno nell’area dove viene fatto fare il riposino pomeridiano.

  2. Scritto da Marco74

    E’ talmente alta la qualità negli asili ravennati che bisogna fare la colletta per tutto, bisogna fare la colletta per acquistare i libri , bisogna fare la colletta per le uscite , bisogna fare la colletta per piantare un albero , bisogna fare la colletta per acquistare i giochi.
    Dov’è questa qualità che nessuno vede?
    Ad esempio i giochi che sono a disposizione dovrebbero essere verificati da persone tecnico specializzato come prevede da anni al norma europea , norma che non viene minimamente osservata, basta vedere i giochi della scuola Garibaldi , tra parti in legno marce e viti che spuntano e mancano, Invece di dichiarare frenesie bisognerebbe vedere com’è la realtà.