Ravenna. Mancanza pre e post nelle scuole dell’infanzia. Assessore Bakkali: “Spesa economica non affrontabile”

La decisione adottata dall’amministrazione comunale di Ravenna nel non attivare il servizio di pre e post scuola per quanto concerne le scuole dell’infanzia, ovvero la fascia d’età dei bambini che va dai 3 ai 6 anni, ha generato malcontento nel comune ravennate, con diversi genitori ritrovatisi in difficoltà per la mancanza del servizio. Il pre e post scuola nei nidi e scuole dell’infanzia, solitamente, è affidato ad un educatore, ma l’impossibilità di creare intersezioni essendo in atto normative anti-Covid molto stringenti diramate dalla Regione ha portato il comune a prendere una decisione molto sofferta.

A spiegarci le motivazioni dell’adeguamento da parte dell’amministrazione comunale alle linee guida regionali l’assessore Ouidad Bakkali: “Abbiamo tenuto aperta l”opzione di pre e post nell’infanzia sino all’ultimo momento, perché speravamo che l’interpretazione rispetto alle linee guida nazionali in prima battuta e in seguito a quelle Regionali fosse analoga a quella fornita sulle primarie, dove resta attivo il pre e post scuola. E’ importante specificare che nelle scuole elementari è possibile mantenere il distanziamento tra i bambini e, questi ultimi, possono indossare le mascherine”.

Sull’impossibilità di creare intersezioni nelle scuole dell’infanzia, Bakkali chiarisce che: “Il servizio nel pre e post scuola è effettuato da educatori solitamente, ma nelle scuole d’infanzia bisogna rispettare l’intersezione, non è possibile accorpare bambini di sezioni diverse assieme. Farlo significherebbe non rispettare i provvedimenti che prevedono la separazione dei bambini.
Possibilità di simil pre e post scuola nei nidi e nelle scuole dell’infanzia potrebbero essere: allungare l’orario di lavoro degli insegnanti o inserire un singolo educatore per ogni sezione, ma sono due soluzioni non percorribili per il comune di Ravenna. La prima vorrebbe dire intervenire sui contratti di lavoro degli insegnanti (passare dalle 30 alle 35 ore settimanali). Chiedere aiuto agli insegnanti è stato fatto in via straordinaria con l’anticipo dell’orario di lavoro, chiedendo agli insegnanti mezz’ora in più nel nido e sacrificando un quarto d’ora di compresenza nell’infanzia, ma lasciando comunque l’orario di lavoro a 30 ore settimanali. Agli insegnanti del nido verrà pagato lo straordinario mentre agli insegnanti delle scuole materne andrà un quarto d’ora di compresenza”.

Bakkali, infine, ha chiarito le motivazioni che non permettono l’inserimento di un educatore per sezione: “In questo momento stiamo cercando di capire se ci saranno bonus per sostenere le famiglie, penso ad esempio alle baby sitter, ma al momento tutto è in stand-by. Ci tengo a precisare che la delusione per la situazione creatasi è innanzitutto nostra, perché ci abbiamo sperato fino all’ultimo. Purtroppo l’interpretazione della Regione è rigida e il no alle intersezioni tassativo. Capisco che ogni famiglia veda la questione dal suo punto di vista, ma faccio presente che in alcune sezioni è presente solo un bambino per il post scuola. Questo comporterebbe avere un solo educatore per un singolo bambino, il che si traduce in spese economiche non affrontabili per il comune in questo momento”.