10° anniversario della morte di Don Lorenzo Bedeschi, una serata per ricordare l'”uomo del dialogo”

Domani alle 20:30 nella chiesa del Pio Suffragio, in in via Trento Trieste

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Si terrà mercoledì 9 novembre, alle 20:30 nella chiesa del Pio Suffragio a Bagnacavallo, una serata in ricordo del sacerdote e studioso bagnacavallese Lorenzo Bedeschi, in occasione del decimo anniversario della morte.

 

Promossa dalla Parrocchia di San Michele e San Pietro con il patrocinio del Comune di Bagnacavallo, l’iniziativa, dal titolo Don Lorenzo Bedeschi uomo del dialogo, sarà presieduta dall’arciprete don Luigi Guerrini.

Dopo un saluto di un rappresentante dell’Amministrazione comunale interverrà il professor Rocco Cerrato, collaboratore di don Bedeschi all’Università di Urbino, che approfondirà gli studi dedicati dal sacerdote bagnacavallese al rapporto fra cattolici e comunisti, dal socialismo cristiano ai cristiani marxisti. Seguiranno gli interventi del professor Alfonso Botti dell’Università di Modena e Reggio Emilia su Don Lorenzo Bedeschi professore all’Università di Urbino, della professoressa Ilaria Biagioli dell’Università di Modena e Reggio Emilia su Don Lorenzo Bedeschi e le moderniste. Interverrà infine Eugenio Melandri, già parlamentare europeo, direttore della rivista Solidarietà internazionale, che tratterà il tema dell’attualità del dialogo.

 

L’UOMO

Don Lorenzo Bedeschi nasce a Villa Prati di Bagnacavallo nel 1915 da una famiglia di contadini di tradizioni repubblicane. In quell’ambiente conosce anche gli esponenti sindacali e politici della sinistra socialista e cattolica che avrebbero poi attirato la sua attenzione come studioso del cattolicesimo sociale. Intraprende giovanissimo gli studi religiosi, manifestando al tempo stesso una forte coscienza democratica che lo porta a esternare, ancora da seminarista, la sua avversione al fascismo e alle guerre d’aggressione. Sono poi l’amicizia e la stima dell’Arcivescovo di Ferrara Ruggero Bovelli a fargli completare gli studi a Roma presso l’Università Gregoriana, dove si laurea nel 1940.

Come cappellano militare segue l’esercito italiano nella campagna di Grecia e Jugoslavia. L’8 settembre del 1943 parte da solo dal Montenegro per tornare in Romagna, dove si affianca agli esponenti dell’antifascismo locale. Anche negli anni successivi alla guerra mantiene intense frequentazioni con gli antifascisti ravennati e rapporti alterni con le gerarchie ecclesiastiche. Nel 1963 è tra i soci fondatori dell’Istituto storico della Resistenza di Ravenna. Sempre interessato agli studi delle figure profetiche espresse dal mondo cattolico e dalla cultura romagnola studia con passione e pubblica le biografie di don Giovanni Minzoni, Romolo Murri, Giuseppe Donati ed Ernesto Bonaiuti, fondando e dirigendo a lungo il Centro Studi per la Storia del Modernismo a Urbino, presso la cui Università è per molto tempo professore ordinario di Storia contemporanea e di Storia dei Partiti e dei Movimenti politici. Numerosissime le sue pubblicazioni sul Modernismo presso Guanda, Feltrinelli, Bompiani, Vallecchi, il Saggiore e Morcelliana. Negli ultimi decenni, pur risiedendo a Bologna, faceva spesso ritorno a Bagnacavallo dove coltivava ancora numerose amicizie.

 

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