L’ucraino Illia Tyrtyshnyk è pronto a stupire con OraSì Basket Ravenna: “Dobbiamo focalizzarci su una partita alla volta e ascoltare il coach”

Classe 1998, la guardia dell'OraSì vanta diverse esperienze estere, alcune delle quali negli USA.

Martedì 24 settembre, alle ore 11, l’OraSì Basket Ravenna ha presentato la guardia ucraina Illia Tyrtyshnyk nel ristorante Classensis. Il numero 34 dei giallorossi, classe 1998, andrà ad occupare lo slot di comunitario.
Lo scorso anno Illia ha militato nella Pallacanestro Viola Reggio Calabria in serie B Interregionale, realizzando 22,3 punti ed aiutando la sua squadra a raggiungere i play-off.

Bio di Tyrtyshnyk

La sua carriera inizia nella SuperLega ucraina dove, a soli 16 anni, fa il suo debutto con il BY Kiev con il quale partecipa anche al campionato giovanile. Nel 2016 Illia si sposta in Repubblica Ceca dove gioca per un anno col GBA Sparta Praga. Nella stessa stagione si rende protagonista nel campionato europeo U18, aiutando la sua squadra ad arrivare seconda nell’intero torneo (Divisione B). L’anno successivo Tyrtyshnyk inizia la sua avventura oltreoceano, prima con l’Università del Mississippi, poi con il North Plate Community College ed infine con l’università di Saint Cloud in Minnesota. Nel 2021 il giocatore ucraino torna in Europa, firmando un contratto e diventando capitano del Kyiv Basket, con cui partecipa sia alla massima categoria del campionato nazionale che alla FIBA Eurocup, raggiungendo i quarti di finale della competizione. A causa dello scoppio della guerra in patria però, il campionato ucraino si disputa prima in Svizzera e poi in Polonia e, col proseguo della guerra, tutti gli sponsor che finanziavano il campionato vengono richiamati in patria a campionato già iniziato. Per questo motivo Tyrtyshnyk, dopo aver portato la sua squadra alla vittoria del campionato nel 2023, è costretto a cercare un’altra squadra, impresa non facile visto il momento. Dopo quattro giornate di campionato Illia trova collocazione in Italia, alla Viola Reggio Calabria. Nonostante il suo arrivo tardivo il giocatore ucraino non fatica a trovare la sua dimensione di gioco, realizzando quasi 23 punti di media e dimostrando di appartenere in tutto e per tutto ad una categoria superiore: risulta essere sia miglior marcatore di tutta le 96 squadre di B Interregionale che MVP, ottenendo anche la convocazione in nazionale per le qualificazioni al mondiale.

L’INTERVISTA

Lo scorso anno hai aiutato Reggio Calabria a raggiungere i playoffs dopo una fase tormentata nel campionato ucraino. Cosa ti ha colpito di più di Reggio? 

“Reggio Calabria è una città incredibile, sono rimasto colpito dalla gente, nonostante fossimo in B Interregionale erano sempre pronti a tifare ed a farsi sentire. Anche andando in giro per la città incontravo sempre persone che mi auguravano buona fortuna per la prossima partita. La squadra si è sentita molto vicina alla città”.

Che significato ha avuto per te essere il miglior realizzatore su 96 squadre? 

“Ovviamente è un traguardo molto importante della mia carriera e sono onorato di essere stato il top scorer dell’intero campionato. Tuttavia la cosa più importante per me resta il risultato della squadra. Lo scorso anno il successo del team è coinciso col mio, quindi sono stato doppiamente felice”.

Le qualificazioni con l’Ucraina come sono andate? 

“Siamo andati a giocare le qualificazioni alle Olimpiadi sapendo che non eravamo la squadra più forte, vista la presenza, tra le altre, di Turchia e Croazia che avevano nel loro roster anche giocatori di Eurolega ed NBA. Abbiamo superato i gironi e siamo stati eliminati in semifinale dalla Croazia, quindi penso di poter dire che abbiamo svolto un torneo tutto sommato positivo, seppur ci sia sempre spazio per migliorare”.

Quando hai iniziato a giocare a basket in Ucraina e qual è stata la tua prima esperienza professionistica? 

“Ho iniziato a giocare a basket quando avevo 8 anni, ma la mia prima esperienza nel basket professionistico è stata a 15 anni con il BC Kiev. Quell’anno giocavo con la squadra Under 16 ed il coach della prima squadra mi ha visto giocare e mi ha chiamato ad allenarmi con loro. Il primo anno ho giocato con la seconda squadra nel secondo campionato nazionale ucraino e l’anno dopo mi sono unito alla prima squadra”.

Sei ucraino e il tuo Paese sta affrontando un momento terribile a causa della guerra. Come stai vivendo questa tragedia? 

“La guerra in Ucraina è terribile ed ognuno di noi ha avuto un’esperienza diversa. Per me l’anno dello scoppio della guerra è coinciso con il mio primo anno a casa dopo l’esperienza in America. Avevo firmato con la squadra della mia città ed ero felicissimo di avere l’opportunità di stare vicino alla mia famiglia ed ai miei amici. Ma il 24 febbraio, alle 5 di mattina, mi sono svegliato con i missili che volavano sopra casa mia, e lì è iniziato l’incubo. Fortunatamente i miei amici e la mia famiglia sono al sicuro, ci sentiamo spesso e cerchiamo di rimanere in contatto, ma non tutti sono così fortunati. Nell’est e ne sud dell’Ucraina la situazione è ancora molto grave e quei territori sono ancora molto pericolosi. Spero che la situazione possa risolversi al più presto e tutto possa tornare alla normalità”.

In Ucraina e Repubblica Ceca come ti sei trovato in passato? 

“La scelta di andare a giocare in Repubblica Ceca è stata dettata anche dal fatto che nell’anno successivo mi sarebbe piaciuto andare a giocare in America. Lì, infatti, gli allenatori hanno molti contatti oltreoceano ed hanno organizzato molti tornei internazioni, dove i coach americani sono potuti venire a vederci. GBA, questo è il nome dell’accademia, è stato un posto ottimo dove migliorare e dove tutto è pensato affinché i giocatori si possano concentrare solo sul basket”.

Vanti un’esperienza oltreoceano. Puoi raccontarci qualche aneddoto? 

“Andare a giocare e vivere in America non è stata un’esperienza del tutto nuova: infatti io e la mia famiglia abbiamo vissuto a Denver per 5 anni, quindi ero già abituato alla cultura ed alle persone americane. Il periodo passato oltreoceano è stato bello e non ho mai avuto problemi, l’unica difficoltà è stata la lontananza da famiglia ed amici. Anche l’esperienza con lo studio universitario è stata divertente perché era un modo diverso di intendere la scuola”.

Nel Minnesota hai avuto problemi con il freddo?

“Minnesota è fredda, molto fredda, anche per me che sono ucraino ed abituato all’inverno. Ricordo giornate in inverno in cui raggiungevamo anche i -35º. Una cosa molto strana è che, nonostante il freddo, c’è sempre il sole. Anche con la neve, in cielo c’era comunque il sole. Anche perché lì la neve c’è da ottobre a maggio”.

Cosa ti ha lasciato l’esperienza statunitense in particolare? 

“L’esperienza nel basket statunitense è difficile da spiegare. Il gioco è basato meno sulla tattica e più sull’individualità. I giocatori fanno più affidamento sulle loro capacità. Un’altra grande differenza è che gli allenamenti vengono programmati sulla base delle lezioni nell’università. Questo significa che devo prima dare priorità alla scuola ed al lavoro e poi agli allenamenti. Per questo motivo alcuni allenamenti iniziano alle 8 del mattino”.

Ci sono giocatori o personaggi del basket che ammiri in particolare e se sì, perché? 

“Uno dei miei giocatori preferiti, Derrick Rose, ha annunciato ieri il suo ritiro. È stato il primo giocatore che ho ammirato, ho anche tre paia delle sue scarpe. Amo anche Stephen Curry, il modo in cui gioca ed il suo impatto sul basket nel mondo”.

Il 34 ha un significato particolare per te? 

“Il mio numero non ha un significato molto profondo, è stata un’idea di mio padre. Inizialmente giocavo col numero 7 perché sono nato il 7 settembre. Ma in America si possono utilizzare solo i numeri fino al 5 (Da 0 a 5, da 10 a 15…). Inoltre ho pensato che 3+4 fa 7 e così ho optato per il 34”.

Ti stai ambientando a Ravenna e con la squadra? 

“Ravenna è meravigliosa, sia come città che come team. I ragazzi sono fantastici, abbiamo tutti un’età simile e, di conseguenza, interessi simili. Non ci è voluto molto prima che iniziassimo a divertirci ed uscire insieme. Spero che i tifosi possano vedere quanto ci divertiamo a giocare insieme e possano divertirsi quanto noi, perché so che in questo modo i risultati arriveranno”.

Aspettative per il campionato? 

“Per me è molto difficile dire cosa mi aspetto da questo campionato. Non avendo mai giocato in B1 non so cosa aspettarmi dagli altri giocatori e dalle altre squadre. Tutti parlano del nostro girone come quello più impegnativo ma io sono convinto che dobbiamo concentrarci solo su noi stessi e cercare di arrivare al nostro obiettivo. Quando riusciremo a seguire le indicazioni del nostro coach, avremo successo. È una stagione molto lunga ed una vittoria o una sconfitta non cambierà il corso delle cose. Dobbiamo focalizzarci su una partita alla volta”.